La città contemporanea come luogo dove conflitto e contraddizione diventano operanti. Oggi è “normale” incontrare un checkpoint a presidio dei monumenti storici delle nostre metropoli. Ma se esiste (come ha dimostrato Paul Virilio in «Bunker Archeology») un’istanza estetica delle costruzioni militari, allora possiamo trasformare questa condizione di ambiguità in un’opportunità progettuale. Le architetture con funzione militare sono pensate per difendere e proteggere dall’attacco di agenti esterni: rappresentano, alla luce degli scenari dell’emergenza odierni (pandemia e cambiamento climatico), un utile riferimento ed un possibile nuovo «luogo» del progetto. I Bunker sono oggetti che intercettano qualità archetipiche e simboliche in grado di essere trasportate all’interno di un nuovo repertorio operativo.
È questo l’obbiettivo tematico della serie di collage Roman Bunker Archeology: evidenziare il primato dell’oggetto sul funzionalismo ed allo stesso tempo lasciare emergere la molteplicità degli usi della nuova configurazione. Costruire sul costruito e dialogare, attraverso la rovina e l’opera d’architettura con il passato (il Rinascimento ed il Barocco), è un altro tema che desidero portare all’attenzione con i miei collages, nutrendo la convinzione che le discipline del restauro, del disegno e del progetto possano e debbano dialogare nel comune intento di formare una nuova e più attuale visione dell’architettura contemporanea da trasmettere ai nostri futuri e giovani architetti.

Intendo chiarire il ruolo di Roma come soggetto preferenziale dei miei collages. Tra le molteplici ragioni di questa scelta, ritengo rilevante ai fini del presente testo, sottolineare quanto la città eterna sia in grado di rappresentare un efficace paradigma di non-località
Roma è, secondo questa prospettiva di senso, la rappresentazione totale di un insieme fluido; ciò accentua l’interconnessione tra gli oggetti, facendo scomparire l’unità morfologica dell’insieme. La città è una entità planetaria diffusa, un agente distribuito in maniera estesa, un enorme pianeta slums, proprio come predetto da Constant Nieuwenhuys con la sua New Babylon. Roma è un paradigma universale di città, in grado di rappresentare un caso studio ideale per mettere alla prova l’applicabilità delle teorie e delle sperimentazioni che porto avanti. Roman Bunker Archeology, denuncia inoltre il paradosso tutto contemporaneo di una Città-Guerra in cui, ad esempio, nel corso di una passeggiata (magari accedendo da Piazza del Popolo a Via del corso) possiamo incontrare un “Checkpoint”, un presidio militare in assetto antiguerriglia, ad ulteriore verifica della non località della condizione romana.