Quale sarà l’immagine di Roma nell’era del riscaldamento globale? Quale effetto produrrà sull’architettura e sui monumenti della città eterna l’innalzamento del livello dell’acqua? Possiamo considerare l’emergenza ecologica come un’opportunità per dialogare e convivere con il non-umano che incombe su di noi?
Dedico al tema dell’emergenza climatica, ed alla costruzione di una nuova immagine di Roma nell’epoca del riscaldamento globale, la serie di collages digitali ACQUA ROMA.
L’architettura nella sua essenza più significante, il monumento (sia esso antico o contemporaneo), risponde in maniera adattativa all’innalzamento del mare, ricordandoci quanto Roma sia un archetipo assoluto del rapporto tra manufatto e natura.
ACQUAROMA si costruisce a partire da una rivisitazione della “topografia di Roma” di G.B.Nolli (dimensioni 310 x 250 cm.) sulle cui curve altimetriche si assestano tre diversi livelli di innalzamento dell’acqua. A partire da questa vengono individuati un numero circoscritto di QUADRI (come nella “Roma interrotta” di G.C. Argan) e di “visioni” sulla città che verrà.


Intendo chiarire il ruolo di Roma come soggetto preferenziale dei miei collages. Tra le molteplici ragioni di questa scelta, ritengo rilevante, sottolineare quanto la città eterna sia in grado di rappresentare un efficace paradigma di non-località
Roma è, secondo questa prospettiva di senso, la rappresentazione totale di un insieme fluido; ciò accentua l’interconnessione tra gli oggetti, facendo scomparire l’unità morfologica dell’insieme. La città è una entità planetaria diffusa, un agente distribuito in maniera estesa, un enorme pianeta slums, proprio come predetto da Constant Nieuwenhuys con la sua New Babylon. Roma è un paradigma universale di città, in grado di rappresentare un caso studio ideale per mettere alla prova l’applicabilità delle teorie e delle sperimentazioni che porto avanti.
