MUSEO DELLA SCIENZA DI ROMA Concorso internazionale di progettazione – I° fase

Il Museo della Scienza di Roma

Il Museo della Scienza di Roma (MSR) intende esprimere, attraverso la sua forma, il significato che diamo al pensiero scientifico: un movimento continuo e progressivo verso l’acquisizione di sempre maggiore conoscenza. Un itinerario complesso e impervio, sostenuto dal “desiderio di chinarsi sul trascurato, quasi dimenticato mistero della vita” (Roland Holst, H.) per risollevarsi e farvi luce.

Il progetto inizia da una domanda: quale forma architettonica esprime al meglio questo significato?

Si tratta di trovare il simbolo in grado di tradurre in termini formali l’idea della Scienza come “percorso” di ricerca e di esplorazione senza fine. Un criterio che si applicherà anche a livello distributivo e funzionale, in particolare nella predisporre i percorsi espositivi che i visitatori potranno compiere, a seconda dei loro interessi ed inclinazioni personali, all’interno del Museo.

 Il Labirinto
A venirci incontro, nel cercare la risposta a tal domanda, è una reminiscenza legata a una narrazione antica, primordiale, connessa all’idea del gioco e della danza: il Labirinto, con la sua forma a spirale al tempo stesso semplice e complessa, è l’immagine che incorpora meglio il tema del percorso senza fine all’interno di un’architettura.

Carlo Prati. Urbild Architecture. Il Museo della Scienza. Disegno di studio sul “Labirinto” come elemento generatore del progetto.

Perché la sua è una forma “viva” che esprime l’idea della continuazione «esattamente come le forme più semplici e più antiche del labirinto: una continuazione infinita, si potrebbe dire. Queste forme semplici sono la spirale e il meandro, anche nel suo aspetto angolato: in ogni caso, dunque, sostanzialmente una linea senza fine». (Kerényi, K.)

Le strutture esistenti, salvo gli elementi di copertura, sono conservate e consolidate; A partire dall’ingresso del MSR ai lati della dorsale principale si dispongono gli spazi espositivi, in particolare la collezione permanente e quella temporanea; questi spazi, sono pensati come ambienti fluidi e aperti, dispositivi “adattativi” in grado di rispondere a diverse esigenze e riconfigurabili mediante un sistema di “quinte” scorrevoli lungo le dorsali tecniche impostate lungo la linea senza fine del Labirinto.


A completare questo paesaggio architettonico interno, si incontrano lungo il percorso di visita, una serie di piccoli giardini, luoghi di sospensione e di pausa, in cui poter sostare e riposare durante la visita al MSR.


Il Palazzo
Al Labirinto si affianca un volume primario, apparentemente un cubo, al tempo stesso punto di arrivo o di partenza del percorso principale, un’architettura “dentro” l’architettura, che è pienamente un “Palazzo” romano nell’accezione nobile che di questo si dava nel Rinascimento (pensiamo a Palazzo Farnese di Michelangelo). Di questo riferimento compositivo si adottano alcuni elementi essenziali, in primo luogo la grande corte centrale, uno spazio vuoto su 5 livelli, su cui al primo piano si attestano alcuni degli spazi serviti di maggiore richiamo come il Foyer e l’Auditorium.

In secondo luogo, verso l’esterno, le volumetrie dei prospetti traducono in un linguaggio contemporaneo la canonica tripartizione delle facciate rinascimentali: il “basamento” contiene il primo e il secondo livello (formazione e uffici), il “piano nobile” il livello infrastrutturale e tecnologico, e infine la “loggia” i livelli terzo, (esposizione on demand e ricerca) e quarto; in particolare su quest’ultimo, insiste la terrazza ristorante, un mirador passante lungo i tre lati (ovest-nord-est) del Palazzo, una loggia da cui si può abbracciare, con un unico colpo d’occhio, l’intero Distretto del Contemporaneo (il comparto urbano Farnesina/Foro Italico/Flaminio).

Carlo Prati, Urbild Architecture. Quintilii Hybrid. Collage digitale, 2023. Disegno di studio per il progetto del Museo della Scienza di Roma

Il forte motivo strutturale che caratterizza e conforma l’intero volume, costituisce un elemento decorativo in grado di radicare il progetto nel contesto urbano del quartiere, in particolare con il “tema” dei cavalletti di sostegno della copertura del Palazzetto dello Sport di Pier Luigi Nervi.

 

Il progetto come dispositivo ambientale: resilienza e adattamento al cambiamento climatico

Il clima di Roma si definisce temperato secco (clima Csa Köppen-Geiger) attualmente caratterizzato da una forte escursione termica tra le due stagioni estreme. Lo sviluppo di un design innovativo, che possa rispondere alle esigenze dettate dal cambiamento climatico, ha reso preferibile effettuare l’analisi climatica sulla base di dati proiettati al 2050, ottenuti da software tramite interpolazione a partire da quelli attuali.

Lo scenario futuro preso in esame è RCP 6.0 secondo le indicazioni del 5° report IPCC che prevede un incremento delle temperature medie superficiali fino a 2.2°C entro la fine del secolo.

Questo sistema connettivo perimetrale si relaziona con il Labirinto e il Palazzo. La copertura del primo, concilia l’utilizzo di pannelli fotovoltaici in e un sistema schermante in ETFE, in grado di filtrare la luce diretta e garantire un’illuminazione diffusa e uniforme, garantendo gli stessi livelli di trasmissione luminosa del vetro. Materiale certificato sull’intero ciclo di vita (A-D) da EPD, ha emissioni di CO2/mq similari al vetro più performante sul mercato (2023). Grazie alla sua leggerezza garantisce velocità di posa e riduzione dei tempi di cantiere di 1⁄5 rispetto al tradizionale vetro.

Per quanto riguarda il Palazzo, lo studio della facciata deriva dall’iterazione distributiva delle lamelle in funzione della radiazione solare incidente. Ogni piano su ogni lato, esposto lungo una direzione cardinale ha un valore differente, dovuto dal contesto schermante. Partendo da una facciata completamente trasparente, schermata solo dalla struttura si raggiunge una media di 780 kWh/mq nella facciata a sud. Grazie alla soluzione con il gradiente di lamelle la radiazione si attenua a 500 kWh/mq (-35%). Il numero e la dimensione dell’aggetto delle lamelle variano quindi in modo da garantire dei valori medi compresi tra 350 e 500 kWh/mq.Anche la posizione della terrazza è stata oggetto di analisi, sono state confrontate le ore di sole distribuite sulla superficie in 3 giorni tipo sui due orientamenti opposti. Nonostante negli equinozi la superficie illuminata dalla terrazza esposta a sud raggiungeva un tempo del 30% superiore, è stata scelta la terrazza a nord per ovviare al surriscaldamento estivo grazie a un tempo di esposizione inferiore di circa il 5%.

 

 

 

 

Concorso internazionale di progettazione “Museo della Scienza di Roma” – I° fase.

Progetto Architettonico e Urbano: Prof. Arch. Carlo Prati con Valle 3.0 s.r.l., Offtec  Progetti

Gruppo di lavoro: Prof. Arch. Carlo Prati, Valle 3.0 s.r.l., Offtec Progetti, Arch. Michela Galassi, Arch. Michele Tota.

Anno:2023

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