Il disegno del suolo come elemento determinate per trasferire e potenziare il sistema naturale all’interno di un contesto urbanizzato ad alto tasso di congestionamento, ed il piano urbano sospeso, sollevato da terra in grado di riproporre la forma urbana consolidata della corte e dell’isolato luogo riconosciuto di condivisione e socialità. Questo dualismo compositivo tende ad elidere l’attuale divisione-visione del lotto, quindi area Ater e Atac attraverso il progetto presentato vengono a costituire un’unica entità. A partire dalla quota -7.00 dove sono dislocate le aree di parcheggio richieste si compie un percorso ascendente che porta l’utente temporaneo o stanziale fino alla nuova quota urbana di +22.00 mt. Nello svolgersi di questo percorso il primo livello funzionale è la quota -4.00 dove si attestano le strutture sportive ed i negozi unitamente a tutte gli accessi verso le unità di collegamento verticale, distinte per funzioni servite.
La piscina ed il centro benessere costituiscono un organismo unitario ma al contempo distinto per modalità e tempi di utilizzo al quale si unisce l’edificio della palestra anch’esso in parte ipogeo. Sono spazi in cui i sistemi di captazione della luce solare sono determinanti per la definizione del carattere architettonico, luminosità pulviscolare e molteplice che penetra attraverso i canon de lumiere da cui e cosparsa la copertura parco, irradiano sulla sala delle piscine, o sulle ampi spazi fitness della palestra a margine di Viale Carso. Architettura ipogea che contraddice la sua stessa natura in quanto carattere proprio del progetto e dell’idea che ad esso sottende.
Alienare le consuetudini collegate alla morfologia distributiva collegata al manufatto: la creazione di un universo naturale sull’intera superficie del lotto, alla quota zero permette lo scavo, il lavorare di sezione come atto creativo ecumenico in grado cioè di unire e non nascondere: spesso Roma interpreta lo scavo come rimozione come interruzione del continuum urbano di superficie, in questo caso lavorare sul margine il limite tra meno e più, dona dinamismo e vitalità a dinamiche e relazioni collettive. Ecco dunque che al disotto delle grandi “gambe” dell’edificio sospeso si apre una piazza verde come di crogiolo verso il quale convergono le tre grandi rampe ramificazione che si protendono a raccogliere, ad invitare l’intero abitato dei lotti circostanti ad unirsi-servirsi di questo spazio pubblico in cui come detto le consuetudini formali sono aggirate a vantaggio delle dinamiche umane, collettive.
Questo scorrere di flussi diversificati legati alla struttura complessiva è il frutto stesso del diagramma funzionale richiesto: professionisti, artisti, giovani studenti e ricercatori, famiglie abbienti o di nuova formazione sono il nuovo che si innesta sul tessuto sociale preesistente anch’esso eterogeneo in quanto riflesso dei cambiamenti che il quartiere Vittoria ha subito nella sua storia recente e passata. Ed ecco allora che su questo impianto si innerva il mix funzionale dell’edificio-città, i suoi solidi sostegni accolgono come di muscolo o tendine uffici, spazi per il Comune ed alloggi temporanei ma nessuna funzione e qui considerata immanente la transitorietà e la molteplicità d’uso e fruizione è paradigma del vivere contemporaneo; continuando a salire ad ascendere le visuali si moltiplicano: l’elemento naturale dell’ambiente circostante ora non solo è tangibile fisico e sensuale ma acquista-conquista lo spazio emotivo e sensibile, Monte Mario è il nuovo fronte urbano, il nuovo scenario con cui dialoga l’edificio, così come il Tevere e l’area del foro italico – dove Moretti e Del Debbio costruirono per levare lo spazio della socialità e dello sport.
Concorso internazionale “RIMESSE IN GIOCO/DEPOSITI DI IDEE”, Organizzato da: Comune di Roma –Dipartimento VI- U.O.11 Interventi di Qualità. Area: “Rimessa Vittoria”
Progetto Finalista ammesso 2° fase del concorso.
(Ammessi alla seconda fase: G. Ciorra, N. Di Battista, H. Hertzberger, M. Gausa Navarro, A. Stipa)
Crediti: Arch. Carlo Prati con A. Ciofi degli Atti, C. Anselmi, S. Zamponi,
Anno: 2007