Progetto speciale per Biennale Spazio Pubblico 2015 Facoltà di Architettura Roma tre. 21-24 Maggio 2015
“L’architettura è la più elevata delle arti, protegge come cosa sacra il passato, in forma più estesa, più varia e più facilmente comprensibile rispetto a qualsiasi altra forma di cultura. Rivela il gusto e le aspirazione del presente a tutti coloro che percorrono le strade di una città e sollevano lo sguardo mentre procedono nel loro cammino. I dipinti si trovano nelle gallerie, la letteratura nei libri. Le gallerie devono essere visitate, i libri devono essere aperti. Gli edifici invece sono sempre con noi. La democrazie è un fatto urbano, l’architettura è la sua arte”
Robert Byron
Strada e Tempo sono la stessa cosa, attraverso l’architettura e le sue testimonianze si dipana il racconto di un avvicendarsi incessante ed eterno tra passato presente e futuro. Pre-Next Crossing.
La Via che conduce al tempio della Dea Fortuna è per tre volte il luogo della Rinascita. Come la Fenice così la città risorge dalle sue stesse ceneri fatte di ruderi e rovine.
Lungo la Via Prenestina due fabbriche abbandonate ed un forte militare dismesso rappresentano una nuova idea di spazio pubblico autogestito e condiviso, una dimensione utopica operante nello scenario urbano attuale.
La fabbrica Snia durante la prima guerra d’Etiopia e la seconda guerra mondiale produce uniformi e tessuti per il fronte, le vesti del combattimento e della morte. Il filo di Arianna è il filo della Dea primigenea. Intessere è l’atto primordiale a cui questo luogo è stato consacrato. La Natura è un filo intrecciato, il Labirinto è il suo archetipo formale, simbolo eterno dell’alternanza di vita e morte. Luogo della danza rituale e misterica. Moltitudini di esseri, storie di sottomissione e potere. Follia. Solfocarbonismo professionale, dalla fabbrica al manicomio, lì al Santa Maria della Pietà. Maria Baccante, Fosse Ardeatine, lotte operaie, Romolo Galafati. La Snia è il luogo attorno al quale si nidifica un quartiere intero, una comunità e una coscienza collettiva. La Fabbrica è, in questo caso, Donna. La città attinge alle sue carni al suo sudore e si nutre ai suoi gravidi seni. La Fabbrica è spazio totale organico e autosufficiente. Dalle umide e pesanti zolle, dagli scogli di tufo, attraverso le rovine dei reparti abbandonati, delle mense e degli asili distrutti, acqua che si insinua, che reclama alla vita e alle nuove divinità femminili.
Labirinto che emerge dall’acqua è Natura che riconquista il suo salvifico primato. Il lago dell’Ex Snia, il gran tour di Ghoete la giostra delle Baccanti e il Ramo d’Oro di Frazer, Diana del lago o Diana Nemorense, la zingara e la Tempesta.
Fulmine di Ares che si scaglia poco più in là all’altezza del Quarto Miglio, la saetta e l’autogestione, città è un campo trincerato e questo il suo settimo fortilizio. Il Forte Prenestino. Culto della saetta è culto della Luce e del Sole. Rifugio di Prometeo e dimora di culture alternative e primigenie. Viaggio al paese dei Tarahumara dove lo zigurrat è scala che conforma l’ascesi. Per nascere a nuova vita si passa attraverso la cessazione di forme predefinite, imposte dalla società e dalla sue rigide regole di adattamento. Autogestione e decondizionamento. Padri e numi tutelari di questa trasformazione interiore e collettiva sono i maestri della cultura contro. Su tutti Guy Debord il situazionista poi La Morbida macchina e il Jukebox all’idrogeno, Jess Franco e il culto di Torazine. Nella competizione tu sei Tarantino io sò Sergio Leone, Anima e ghiaccio e Prof. Astrovitelli. Fight the power con Sandinista in un sincopato Rebel Waltz. Guerrieri giochiamo a fare la guerra? Come lacrime nella pioggia don’t call me snake! Utopia e nave dei folli New Babilon e Team X, Atti umani fondamentali e gruppo 63. Il Forte è il vaso di Pandora ormai scoperchiato, Università della rivoluzione e arcadia della contro cultura. Baluardo e presidio degli araldi dell’Elettrosofia posto a difesa del sapere che giunge dal basso e che si eleva verso l’alt(r)o.
A compimento dell’attraversamento di Pre-Next giungiamo al distretto 913 dove sorge la Città della Luna. Da qui partirono alla ricerca di pianeti abitabili i primi esploratori Meticci pronti a battezzare i nuovi astri al popolo liberato. Metropoliz sorge sulle vestigia e dai ruderi di un antica fabbrica di salumi, meandro di stanze d’essiccazione e affumicatura ora trasformato in architettura feticcio. Tatuare il manufatto. MAAM_Museo dell’Altro e dell’Altrove verso cui, come spinti dal richiamo del magico sciamano, sono stati attratti poeti della visione e artisti dell’intelletto provenienti da ogni angolo della galassia e del pianeta.
Un occupazione che chiede per i suoi abitanti diritti che altrimenti non sarebbero accessibili, atti di resistenza umana in cui l’Arte ritrova ragione e senso. Esseri non più spettatori passivi di una rappresentazione burlesca ma resi definitivamente uomini perché parte di un allegoria gioiosa e vitale.
PRE-NEXT CROSSING
Carlo Prati / Alienlog
http://www.biennalespaziopubblico.it/blog/events/event/la-strada-creativita-urbana-e-arte-pubblica/